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NON SENTO LA PANCIA

Accade che quando intraprendiamo un percorso di crescita personale, durante o alla fine di un lavoro si superficializzino strati del sentire.

Questo ci lascia inermi e a volte spauriti, stacchiamo il contatto rifiutando quello che emerge.

 

Fenomenologicamente parlando siamo già in una fase di cambiamento e possiamo darci una bella pacca sulla spalla.

 

Ci siamo permessi di avvertire qualcosa di sommerso dentro il proprio corpo.

 

Cosa succede ora? Quello che io propongo è un alta dose di amore con se stessi. Pazienza, dolcezza e cura.

Quando ci offriamo al cambiamento diventiamo vulnerabili ed è sano proteggersi,  nel mentre ci si offre al processo di trasformazione.

 

Si è come dei  perfetti idioti che si muovono su un terreno nuovo.

 

Emergono incertezze “sane” frutto del processo in atto.  

 

Dallo sciogliersi di tensioni, emozioni e cristallizzazioni spirituali che necessitano di tempo. Quel tempo che ci si è negati. Quel tempo che si è dedicato ad altri. Quel tempo che per qualche ragione ci ha portato qui. Qui nell’adesso dell’esperienza.

 

Insisto nel affermare che è importante proteggersi e prendersi cura di sè. Prendersi cura  della pancia: il nostro cervello inferiore. Magari anche fermandoci per alcuni minuti a respirare e lasciare uscire quella lacrima trattenuta da chissà, quanto tempo.

 

Darsi il tempo per prepararci una tisana, mettendo da parte il cellulare e portare lo sguardo su un albero, un raggio di sole, il cielo o una nuvola. Favorendo quella connessione con gli elementi e  permettendoci una coccola di amorevole conforto.

 

Diego Gualtiero Tassi

 


Parte il percorso di formazione  -   Dalla Radice alla Realizzazione - Metodo Aleph®.                            Il video di presentazione